AZIONI DIRETTE ravvicinate

Se non riusciva a superare gli ostacoli difensivi, la prima azione diretta dell'assediante fu certamente il tentativo di demolire parte del recinto difensivo, con azioni a distanza (vedi sotto)  o AZIONI RAVVICINATE (di seguito)

 


a) LAVORO DI ZAPPA (termine tecnico): la demolizione diretta dell'opera muraria sotto attacco, con picconi, leve, spade e quant'altro.

Fino a non molti anni fa i reparti del Genio Militare erano ancora chiamati battaglioni zappatori, in ricordo dei soldati che costruivano le trincee di avvicinamento alle fortezze nemiche.

"Le mura assalteranno; ma n'è dura la pietra, / non teme duro maglio né piccone o martello"
La canzone di Antiochia, in Gioia Zaganelli, Crociate, p.467.

 


b) ARIETE : una trave con testa rinforzata in metallo (tradizionalmente in forma di testa d'ariete), in virtù dell'elevatissima inerzia può demolire portoni d'ingresso e murature.

Inizialmente manovrato a spalla, aumenta la sua efficacia se è appeso a funi (fig. 2).

 

Ariete manovrato a spalla Ariete appeso
L'incastellatura è protetta superiormente per sfuggire al tiro dei difensori.

 

Incastellatura blindata e montata su ruote. 
In termini medievali, un gatto; se superiormente ospita arcieri ed armigeri, un "gatto castello" (chat-chastel)
 

"han costruito un riparo ... ben coperto d'ardesia. / Con graticci e con pelli esso è stato protetto."
La canzone di Antiochia, in Gioia Zaganelli, Crociate, p.475.

 


c) Lavoro di MINA (in latino mina = miniera)

 


disegno di Silvio Germano

Gli assedianti scavano una galleria (A) fin sotto l'opera (mura o torre) da demolire, vi realizzano una camera puntellata da sostegni in legno che alla fine sono cosparsi di sostanze infiammabili ed incendiati.

Al cedere dei puntelli il terreno sprofonda e l'opera sotto attacco frana al suolo.

I difensori possono tentare di difendersi con opportune gallerie di contromina (B) che intercettano la galleria nemica e le impediscono di raggiungere la posizione desiderata.

Nel 1529, a Vienna assediata dai turchi, "fu escogitato un curioso sistema per individuare il percorso delle gallerie di mina onde contrastarle prima che fossero portate a termine. [...] nel silenzio della notte [...] dei fagioli depositati su un tamburo vibravano misteriosamente [...] intuirono che le vibrazioni erano provocate dal lavorio nel sottosuolo dei genieri turchi e, da quel momento, i tamburi furono utilizzati per ricorrere alle contromisure".
Arrigo Petacco, L'ultima crociata, Mondadori, Milano 2007, p.7.

 

Viollet, Dictionnaire, VIII, p.411.
 

"Scavarono sotto la torre fino alla base del muro, dove poi introdussero tavole e pezzi di legna; infine appiccarono il fuoco. Calata la sera la torre crollò"
Da: Gesta dei franchi e degli altri pellegrini, in Gioia Zaganelli, Le Crociate, p.567.

"[Re Riccardo] fece intrecciare uno di quei graticci comunemente detti 'cerchiate' ... quindi lo fece portare nel fossato ... Sotto tale riparo erano appostati i suoi più esperti balestrieri ... Intanto i suoi genieri scavavano una galleria sotto le fondamenta della torre ... in seguito, riempito quel cunicolo di legname vi appiccarono il fuoco".
L'itinerario dei pellegrini e le imprese di re Riccardo, in Gioia Zaganelli, Crociate, p.1294.

All'assedio di Acri nel 1191, "... a una notevole profondità, proprio quando le fondamenta stavano per cedere, la loro galleria si in incontrò però con quella di contromina scavata dai genieri musulmani, e ci fu un terribile combattimento corpo a corpo in spazi angusti e bui. I cristiani furono respinti anche se , sopra di loro, una parte di muro stava crollando con grande fragore". James Reston, Storia della Terza Crociata, PIEMME, Casale Monferrato (AL), 2002, p.227.

Naturalmente, quando entra in uso la polvere da sparo si inizia a riempire la camera terminale con cariche esplosive, che aumentano enormemente l'efficacia della mina.


"Il doppio bastione [di Antonio da Sangallo il Giovane, a Roma costruito fra il 1535 ed il 1542,] conteneva anche un sofisticato sistema di fortificazione sotterranea ideato per scoprire e scoraggiare qualsiasi attività di scavo da parte dei nemici. Al livello del fondo del fossato correva un passaggio lungo le mura, che serviva le piccole feritoie per le armi e i portelloni per le sortite; questa era allora la galleria contromina convenzionale, presente anche nelle fortificazioni più perfezionate costruite fin dall'inizio del secolo. In questo caso la galleria si ampliava a intervalli regolari fino a costituire degli atrii ovali, al centro dei quali un coperchio di legno nascosto formava l'accesso a una camera detta 'pozzo'. Il pozzo, per il sangallo, consisteva in una camera di sicurezza di forma esagonale, fuori dalla quale un un passaggio a zig-zag, controllato da due porte conduceva all'inizio di una cavità disposta in senso orizzontale, che costituiva il contramine. Durante le operazioni d'assedio, in ognuna delle cavità venivano piazzati alcuni posti di ascolto in posizione avanzata, con la sentinella serrata dentro, con un cornetto acustico, un tamburo con sassi e altri strumenti acustici. Una volta individuata la posizione la cavità poteva essere allungata verso la galleria nemica, che veniva fatta esplodere da una squadra d'assalto"
S. Pepper, N. Adams, Armi da fuoco e fortificazioni, pp.24-25.

Per approfondire l'argomento:
Mario Ceola, La guerra sotterranea attraverso i secoli, Museo Storico Italiano della Guerra, Rovereto, 1939
Kenneth Wiggins, Siege Mines and Underground Warfare, Shire Archaeology, Cromwel House, Church Street, Princess Risborough, Buckinghamshire HP27 9AA, UK.


 

d) Uso del FUOCO - Soprattutto il tessuto cittadino, ma anche le difese comprendevano una grande quantità di elementi in legno, che potevano essere incendiati.
 


Per le azioni distanza,
 , CATAPULTE  , BALISTE , BALESTRE DA POSTA e BOMBARDE