ROCCHE


"Rocca" deriva dal latino verruca, rupe, e ha dato il nome ad un tipo di fortificazione perché i primi castelli utilizzarono picchi rocciosi isolati a causa delle loro intrinseche capacità difensive. A rigor di termini si dovrebbe utilizzare (Cassi Ramelli) solo per fortificazioni adatte ad ospitare solo la guarnigione ed il castellano, senza appartamenti signorili, di qualsiasi epoca. Nella pratica molti castelli, come Castel Sismondo a Rimini, sono chiamati rocche; nel linguaggio corrente è anche invalso l'uso di denominare rocche le fortificazioni della Transizione fra il castello medievale ed i forti bastionati, nella seconda metà del Quattrocento.


Tarascona.

Le torri della Transizione si portano a quota delle cortine, per agevolare lo spostamento di uomini, munizioni ed artiglierie fra i vari punti del perimetro difensivo.

 

Imola, FC.

La fortificazione si abbassa progressivamente fin quasi a scomparire nel fossato per diminuire il bersaglio offerto alle sempre più potenti artiglierie dell'assediante.


Civitavecchia

Gli spessori murari aumentano notevolmente ed i torrioni angolari sono prevalentemente cilindrici.


Rocca del Ravaldino, Forlì

I campi di tiro delle bombardiere interne -in casamatta- coprono con geometrica precisione tutta la rocca con tiro frontale e fiancheggiante.


Bagnara di Romagna, FO.

Per aumentare le capacità di resistenza passiva si diminuiscono al massimo i vuoti della muratura.


Acquaviva Picena, MC.

Sempre ai fini dell'aumento di resistenza passiva si introducono importanti terrapieni.

 


Casale Monferrato, AL

Rocca particolarissima, con cortine angolate sui lati lunghi e rivellini triangolari coprenti simili a quello di Sarzanello (SP).

(Lorenzo Bertazzolo, Pianta del castello di Casale, ca. 1575, ASTo, Corte, Monferrato, Materie economiche ed altre, m. 14 fasc.11)