RIMINI

CASTEL SISMONDO

Sigismondo Pandolfo Malatesta, figlio di Pandolfo, succede allo zio Carlo, dopo una breve signoria del fratello Galeotto Roberto, nel dominio di Rimini.

Nel 1436 inizia la realizzazione della sua residenza principale, ristrutturando le vecchie case malatestiane raggruppate intorno all'antica Porta del Gattolo.

 

Il progetto prevede una sistemazione del castello in tre corpi principali.

La "Corte del Soccorso", difesa da muraglie precedenti, è affiancata da un nuovo palatium, tradizionalmente definito la residenza di Isotta, l'amante, poi moglie, del condottiero.

Verso la città sono costruite ex novo poderose difese con torrioni poligonali che delimitano la nuova "Corte a mare".

 

 

 

 
Nel corpo centrale, detto dal notaio che stenderà l'inventario in morte di Sigismondo "Cassaro de mezzo", si intraprende il progetto più ambizioso: innanzitutto si protegge la struttura con poderosi terrapieni perimetrali (in grigio), per resistere ai colpi di eventuali assedianti ed irrobustire l'intera struttura anche a fini statici.


 

I due paramenti che contengono il terrapieno sono collegati da setti murari, probabilmente per assicurarne la stabilità prima del riempimento e per irrobustire l'intero complesso.

 
Quindi si irrobustisce un vecchio vecchio palazzo malatestiano con una serie di volte a botte su pilastri, creando così uno zoccolo sul quale Sigismondo, a partire dalla precedente quota di gronda, intende costruire il suo nuovo palazzo (evidenziato in giallo nel bassorilievo di Agostino di Duccio del Duomo di Rimini).

 
Il palazzo pensile del progetto di Sigismondo non è stato ultimato o è stato demolito successivamente (doveva trovarsi dietro la la torre scalare al centro dell'immagine).

 
Palatium esterno, detto "di Isotta".

Potrebbe essere sia una residenza provvisoria di Sigismondo Pandolfo, sia effettivamente concepito come dimora per l'amante, poi moglie, Isotta degli Atti, come, ad esempio, nei castelli regi di Edoardo I, ove si trovano residenze separate per il re e la regina.


 
Sul lato esterno del "palazzo di Isotta" era posto una straordinaria balconata coperta da una pensilina.

 
A fianco del "palazzo pensile" verso la città resta una spianata (in rosso) che poggia sugli immensi terrapieni sottostanti, destinata ad ospitare, ove necessario, le artiglierie di grosso calibro che dovranno ribattere al fuoco nemico.

L'introduzione di questo spalto -"smalto" nell'inventario sopra citato- è una caratteristica di grande modernità per gli anni Trenta del Quattrocento.


 
La sezione delle mura cittadine è ancora leggibile alla base della preesistente torre, sopralzata, alla quale si è addossato il "palazzo di Isotta".

 
La Corte a mare, di nuova costruzione, tiene lontane le artiglierie avversarie e contribuisce col proprio tiro (in arancione) alla difesa radente, mentre i pezzi di grosso calibro, dallo spalto, effettuano in tiro di controbatteria (in rosso).
 

 

 

 
Il tratto di mura urbiche antistante è divenuto parte del castello - la cortina che chiude la Corte del Soccorso.

 
Schema delle comunicazioni del castello.


 

L'ultimo cortile interno prima di entrare nella grande torre scalare.

 

La torre a destra ospita una titanica scala a chiocciola che doveva condurre ai piedi del "palazzo pensile" di Sigismondo.
Nella medaglia di Matteo de' Pasti il palatium pensile (in alto al centro) è sproporzionatamente ingrandito, ad enfatizzarne l'immagine di "castello fra le nuvole".
 

 

   

 

RIAPERTURA DEL FOSSATO

 


(simulazione dello studio Giuccioli)
 
   

 

I COLORI DI CASTEL SISMONDO

 

Nell'affresco di Piero della Francesca si può notare la torre portaia rossa, a contrasto col castello bianco.
La velatura bianca che copriva l'intero castello è ancora visibile nelle posizioni più protette.
Il colore rosso della torre d'ingresso dalla corte a mare, l'ingresso principale di oggi, è sopravvissuto fra i beccatelli.
La stessa torre ostentava le insegne malatestiane ed una lapide dedicatoria.
La torre che ospita la grande scala a chiocciola destinata a portare ai piedi del "palazzo pensile" è ancora decorata con una serie di formelle smaltate con la rosa quadripetala, antica decorazione araldica dei Malatesta.